Horizon 2020: la crescita intelligente in Italia

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Con il programma Horizon 2020, varato nel 2010, l’Unione Europea si è fissata, tra gli altri, l’obiettivo della crescita intelligente, attraverso un ambizioso piano di investimenti pubblici nei settori dell’istruzione, della ricerca e dell’innovazione.

Horizon 2020: la crescita intelligente in Italia

La ratio di questo programma decennale è la consapevolezza che la crescita economica e la lotta alla disoccupazione viaggiano su questi tre vettori.

Integrata in questo percorso di crescita che impegnerà le istituzioni comunitarie fino al 2020, e prima tra le sette iniziative del programma Horizon, è l’Agenda Digitale Europea, un piano di 7 aree prioritarie e 101 azioni il cui scopo è quello di massimizzare il beneficio che i cittadini e le aziende dell’Unione possono trarre delle tecnologie informatiche e digitali. L’istituzione ufficiale dell’Agenda è avvenuta il 1° marzo 2012, successivamente alla ratifica della stessa da parte di tutti gli Stati Membri.

La traduzione nazionale dell’Agenda Digitale Europea è, con poco sforzo di fantasia, l’Agenda Digitale Italiana, il piano di crescita digitale posto sotto la programmazione e la sorveglianza dell’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale). All’ente governativo è demandato il compito di elaborare la strategia nazionale per l’attuazione dell’Agenda Digitale Europea, sfruttando al meglio il potenziale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per favorire l’innovazione, la crescita economica e la competitività.

Tecnologie di informazione e comunicazione per crescere in Italia

Attraverso la sinergia tra pubblico e privato l’AgID intende potenziare lo sviluppo delle competenze digitali di base, di e-leadership e di quelle specialistiche, con particolare riguardo alle nuove professioni e al mondo delle piccole imprese. In tale ottica dal 2017 l’AgID lavora alla definizione delle competenze digitali sia per le professionalità operanti nel settore ICT, sia per i soggetti che utilizzano l’ICT all’interno delle attività lavorative.

Nonostante le premesse ambizioni, va considerato che l’uso della rete da parte dei cittadini e delle imprese italiani è marcatamente inferiore alla media europea (Digital Agenda Scoreboard): un livello molto distante dagli obiettivi europei.

La diffusione dell’acquisto di beni e servizi online non supera il 20% del totale, a fronte del 47% dell’Unione, con valori ancora più bassi per gli acquisti cross-border (6,6% contro il 12,1%). Poco incoraggianti i dati sull’uso di Internet da parte delle aziende: solo il 5% delle imprese italiane vende online, nonostante l’e-commerce potrebbe rappresentare un buon volato per incrementare l’export. Male le imprese con meno di 10 addetti, soprattutto se il titolare non è giovane. Le opportunità della rete infatti sono una delle possibili strade da intraprendere per sostenere la crescita economica e contemporaneamente l’aumento e la qualificazione dell’occupazione, non solo perché possono contribuire al rinnovamento delle competenze tipiche delle professioni della ‘old economy’, ma soprattutto perché rappresentano uno sbocco privilegiato per le nuove generazioni.

Riuscirà l’Italia a mettersi al pari degli altri 26 (per allora 25?) Paesi? Al 2021 l’ardua sentenza.

 

Il programma Europa 2020

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Il programma Europa 2020 e la crescita intelligente

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